L ‘obiettivo primo della Fondazione è quello di curare la divulgazione, lo studio e l’approfondimento delle opere, del pensiero e della ricerca di Alessandro Fersen, attraverso la pubblicazione di testi e l’organizzazione di eventi in collaborazione con associazioni e istituzioni di livello nazionale e internazionale. Tutto ciò seguendo la volontà di Fersen, il quale, negli ultimi anni di vita, più volte espresse il timore che dopo la sua morte il suo lavoro di studioso e di ricercatore potesse essere ripreso e sviluppato in direzioni non proficue, travisato o addirittura ignorato.
Fersen ha lasciato una grande quantità di documenti, appunti, fotografie e filmati riguardanti la sua ricerca nelle differenti discipline che hanno orientato gli studi di tutta una vita: filosofia, antropologia, teatro. Dopo la sua morte, la biblioteca personale di Fersen, composta da saggi, enciclopedie, appunti, articoli e progetti editoriali inediti, è stata riunita e catalogata all’interno del Fondo Fersen. Tale Fondo, riconosciuto come Archivio Storico dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è stato donato dalla figlia Ariela al Museo Biblioteca dell’Attore di Genova. Nel 2008 la direzione della Fondazione Alessandro Fersen viene affidata al dott. Pasquale Pesce, già Direttore dello Sviluppo e Pianificazione per l’Europa della Fondazione Bogliasco, nonché allievo attore dello Studio Fersen di Arti Sceniche negli anni 1975/77. Dal 2008, sotto la direzione del dott. Pesce, la Fondazione inizia a formare il proprio Comitato Scientifico, pianifica il programma delle attività e i relativi settori di intervento e inizia a definire i termini di un rapporto ad oggi consolidato fra le città di Genova e Roma, prevedendo un’adeguata piattaforma di iniziative da realizzare in sinergia fra le due città.
Nel 2009 la Fondazione Alessandro Fersen viene ufficialmente presentata alla Biblioteca Museo Teatrale del Burcardo a Roma, in concomitanza con l’uscita di due nuove pubblicazioni su Fersen.
La Storia di Alessandro Fersen
Alessandro Fersen Nato da una famiglia di religione israelita a Łódź, città appartenente attualmente alla Polonia ma nel 1911 facente parte dell'Impero russo, Alessandro Fersen si stabilì a Genova, con i suoi familiari nel 1913. Allievo di Giuseppe Rensi, nel 1934 si laureò in filosofia all'università di Genova con una tesi pubblicata poi col titolo L'Universo come giuoco. A causa delle leggi razziali del 1938 si recò a Parigi e poi nell'Europa orientale. Ritornato in Italia, partecipò alla Resistenza in Liguria nel 1943, in formazioni partigiane legate al Partito Socialista Italiano[1], prima di riparare in Svizzera, dove conobbe Emanuele Luzzati e Giorgio Colli.
Rientrato in Italia alla fine della seconda guerra mondiale nel 1947 esordì come regista teatrale con lo spettacolo Lea Lebowitz, un testo che egli stesso aveva tratto da una leggenda chassidica; iniziò con questo spettacolo il sodalizio artistico, che durerà decenni, con lo scenografo Emanuele Luzzati. Nel 1968, con Luzzati, Fersen fonderà il "Teatro Ebraico", mettendo in scena opere da lui scritte quali Golem (1969), ispirata al folklore yiddish, o Leviathan (1974), basata sulle tecniche del mnemodramma.
Fersen non si interessò soltanto al folklore ebraico. Dal 1947 lavorò per più di dieci anni per il Teatro Stabile di Genova, collaborando con grandi attori come Enrico Maria Salerno e Tino Buazzelli. Curò le regie di opere di Shakespeare, Pirandello, Molière, Anouilh, ecc. o di suoi testi. Successivamente iniziò la sua attività di insegnante di recitazione a Roma con la scuola per attori "Studio di arti sceniche" ispirata al metodo di Stanislavskij (1957). Fu inoltre autore di saggi critici e teorici, volti a un teatro interdisciplinare, sulla rivista Sipario e nell'opera Il teatro, dopo. Come attore fu attivo, oltre che in teatro, anche in televisione e nel cinema.