Note di Giuseppe Manfridi
Giuseppe Manfridi, romano è drammaturgo, romanziere e sceneggiatore.
Da molti anni il suo teatro è costantemente rappresentato in Italia e all'estero: a New York, in Finlandia, in Grecia, in Canada e in Sudamerica. 'Giacomo, il prepotente', nel novembre det '98, ha debuttato al Théatre des Champs-Etiséés' di Parigi, mentre'Zozòs', nel 2000, è stato allestito al 'Gate Theatre' di Londra con la regia di Peter Hall, e al Barbican nel 2003. ln un unanime della stampa, il Times ha definito la divertente che abbia 'La partitella', e 'L’osso d'oca' sono da RAI DUE nella 'L'orecchio' da RAI SAT.
Tra le sue sceneggiature, ricordiamo 'Ultrà', film che, con la regia di Ricky Tognazzi, ha vinto I'Orso d'argento al Festival di Berlino nel 1991. Nel 2006 I'editore Gremese ha mandato alle stampe il romanzo 'Cronache dal paesaggio', debutto di Manfridi nella narrativa, e più di recente, 'La cuspide di ghiaccio'. Entrambi i romanzi sono entrati nella selezione finale del Premio Strega. Di recente I'editore Limina ha mandato alle stampe il suo terzo romanzo: "Epopea Ultrà'.
Importante la collaborazione con Pamela Villoresi per la quale ha scritto: 'L. Cenci', 'La matassa e la rosa' e 'Marlene'. Numerose sono le tesi di laurea dedicate alla sua produzione drammaturgica.
Parole di Shakespeare, e parole che parlano delle parole di Shakespeare. Parole, altre parole, che presuntuosamente se ne appropriano e le dirottano, le integrano. Le contraddicono.
L’operazione è questa: mostrare I'opera, e al contempo entrarci. Come fosse un ologramma da osservare a tuttotondo girandoci attorno.
L’idea nasce dall'utilizzo di alcuni miei testi scritti per la radio agli inizi degli anni Ottanta, poi nel tempo passati attraversi varie rielaborazioni, e che qui vengono riproposti in un curioso mescolarsi a scene tratte da'La bisbetica domata'. La cosa ha un senso poiché la pagine da me scritte allora, oggi riunite sotto il titolo: ' Shakespeare family', ipotizzano alcuni incontri imprevisti con, o fra, alcuni personaggi del teatro shakespeariano, con particolare riferimento ai molti copioni ambientati in Italia (ben dieci, su trentaquattro).
L’intarsio di una fonte originale -'La bisbetica', appunto - con il suo sviluppo apocrifo, e con altri brani mistificati ma che gli sono affìni (come nel caso dei riferimenti al 'Romeo e Giulietta'), dovrebbe suggerire una sensazione di gioco esagerato in cui la finzione dichiarata della scena tenderà a produrre un ulteriore inganno generando un fantasioso carosello di 'alter ego'. Divertente come tutti i caroselli, ma anche ardito e inquietante.
Difficile dire, infatti, sino a che livelli di coinvolgimento potrà arrivare I'interattività suggerita dallo spettacolo. Quanto sia vera, e quanto no.
Nell'insieme, la percezione dovrebbe essere quella di un autentico 'happening'. Di qualcosa che non sia non solo da osservare in qualità di spettatori, ma a cui prender parte anche come protagonisti chiamati in causa.
Giuseppe Manfridi
NOTE DI REGIA
Ancora una volta mi ritrovo a lavorare sulle opere di Shakespeare, con particolare riguardo alla "Bisbetica domata" immaginata come un buffo carosello recitato da studenti in vena di giochi e trasformazioni. L'evento teatrale si arricchisce degli atti unici che Manfridi ha dedicato alle grandi figure shakespeariane (Shakespeare Family) viste dopo il compiersi delle loro azioni attraverso una sorta di rivisitazione delle loro storie vissute. Un affascinante appuntamento di fantasmi che ripensano alle loro vite e alle vicende delle commedie o tragedie che hanno vissuto. Tutto lo spazio scenico è un disordinato backstage a cui il pubblico si unisce. Attori, truccatori, inservienti in un happening aperto a soluzioni impreviste, una sorta di prove aperte intervallate dagli interventi di Giuseppe Manfridi. siamo in una sorta di simbolico *globe" dove il pubblico viene e va sorpreso e intrigato dall'evento teatrale e dal fascino della scena.
Claudio Jankowski